- La paura: una visione costruttiva e trasformatrice -

È una delle tre emozioni primarie che gli esseri umani sperimentano e che influisce in modo fondamentale sulle nostre esperienze. Forma parte della biologia umana e perciò nasciamo già con essa.

Traducción de Romina Gigliotti

L’importanza di riconoscere e gestire le nostre emozioni

Ci sono tre emozioni primarie o principali sulle quali si reggono le restanti esperienze emozionali che possiamo fare. Queste emozioni primarie sono la paura, la rabbia e la tristezza.

Le chiamiamo primarie perché sono vincolate ai nostri cervelli più profondi: il cervello rettiliano (il più profondo di tutti) e il cervello limbico e mammifero (1). Diciamo che sono emozioni che già ci portiamo dentro per la nostra biologia, fin dal concepimento. Sono necessarie e fondamentali per vivere e sopravvivere. Detto in un altro modo, senza poter sentirle non potremmo vivere, perché perderemmo l’interruttore” che attiva il movimento fisiologico. Come possiamo intuire, queste emozioni profonde sono la base di qualsiasi esperienza emozionale. Molte volte i problemi sorgono per la cattiva gestione che facciamo di questa informazione, per le credenze inculcate, l’educazione, il giudizio che ci fanno e che noi facciamo di quello che sentiamo, distorcendo molte volte le risposte e i modi di attuare che abbiamo. La nostra proposta va nella direzione di capire che queste emozioni sono risposte necessarie che abbiamo per biologia e ci danno informazioni importanti.

L’emozione è energia

In questo articolo ci concentriamo sull’energia (l’emozione è energia) della paura.

La paura è un’emozione che ha come funzione quella di avvisarci che qualcosa nell’ambiente che ci circonda mette in pericolo la nostra sopravvivenza fisica. La differenza che esiste con gli animali è che noi umani sentiamo la paura sia per una minaccia di morte reale sia “metaforica”: paura di perdere la casa o il lavoro, paura che non ci vogliano bene, paura di quello che ci “dirà la tale o la tal altra persona”, ecc.

    Come possiamo vedere è una paura di perdere qualcosa. Inoltre, a questo bisogna aggiungere l’influenza che riceviamo di tutte le “imbevute” di paura che riceviamo dalla famiglia, dai tutori, dalla società, ecc., che in molti casi condizionano la nostra forma di sentire e gestire la paura. A mo’ di metafora, è come se sentissi un piccolo fuocherello e, invece di riconoscerlo, gli mettessero più legna a questo fuoco o mi dicessero cosa devo farne di questa “fiammella” che sento.

    Nella nostra esperienza, la paura molte volte si colora, non solo della risposta fisiologica di fronte ad un evento che ci succede, ma anche di una quantità di fantasie catastrofiche che creiamo nella testa, che ci collocano in un futuro terrificante e ci tolgono dal presente. E l’unico luogo dove unicamente possiamo incidere è nel qui ed ora.

    I fattori o le situazioni dove si può generare più paura è quando sentiamo che ci tolgono l’appartenenza, le esperienze vicine alla morte (propria o di persone care), i cambi ed anche qualcosa di un po’ paradossale: sentiamo paura a sentire paura… E la soluzione non consiste nel smettere di sentire questa emozione. Come indica Mario Alonso Puig (2), “se non avessimo questa emozione, allora non saremmo persone coraggiose ma dei completi temerari, perché non riconosceremmo i pericoli reali che possono mettere fine alla nostra vita nel senso più letterale del termine. Dall’altro lato, se la paura avesse tanto potere su di noi che al posto di tenerla, ci tenesse lei a noi, la nostra vita sarebbe più un’esperienza di allerta e di allarme costante che non ci lascerebbe riposare nemmeno un istante”.  È un’emozione abbastanza paradossale perché allo stesso tempo che ci aiuta a ottenere sicurezza costituisce anche un gran ostacolo a rischiare e provare cose nuove e, infine, a cambiare.

    Fisiologicamente, esistono tre modi di reazionare di fronte alla paura: fuggire, attaccare e congelare l’emozione.

    Inoltre, como indica Pilar Jericó (3), noi esseri umani abbiamo un’altra strategia più elaborata quando sentiamo paura di fronte a una persona che riteniamo detenga più potere di noi: aduliamo. Quando attendo le persone, tanto a livello individuale che gruppale, cerco di accompagnarle e generare un’attitudine affinché:

    • Accettino la paura.
    • Smettano di giudicarsi per sentire paura e sviluppino un’attitudine di ascolto senza giudizio e di accompagnamento di se stessi. Ricordiamo che il contrario della paura paralizzante non è la temerarietà ma il coraggio, che etimologicamente significa “farlo con paura”.
    • Riconoscano dove la sentono e con che situazioni o persone la sentono.
    • Sgranino tutte le fantasie immaginarie o ipotetiche create da loro stesse e che possono succedere o no. La persona, vedendole riflesse tramite la scrittura, la scena, ecc., può rendersi conto se sono minacce reali e del tempo presente, amplia la sua percezione e può relazionarsi di forma migliore. El come se sentissimo giganti tenebrosi e che all’affrontarli ci dessimo conto che sono semplici mulini a vento.
    • Vedano quali credenze sono associate e “vecchie paure” che la persona non ha mai trattato e manifestato. Queste esperienze, a non essere ben digerite, è come se fossero accumulate in un deposito e, di fronte ad una esperienza simile, risuonino e ricordino e accrescono la paura che la persona sente.

    In definitiva, che l’individuo si veda e si senta con più risorse, più possibilità costruttive, con nuove forme di relazionarsi e con più fiducia di potercela fare.

    Questo articolo cerca solo di mostrare alcune piccole indicazioni che possano aiutare un minimo ad incontrare soluzioni, visto che possiamo intuire che la paura muove molte aree della nostra vita e che tutte queste proposte hanno bisogno di coscienza e allenamento.

    1) Paul Mac Lean, medico e neuroscientifico nordamericano (1913-2007), che sviluppò la teoria del cervello trino negli anni Cinquanta del Novecento, anche conosciuta popolarmente come la teoria dei tre cervelli

    2) Medico chirurgo e conferenziere, autore di vari libri relazionati con il tema.

    3) Imprenditrice, scrittrice e conferenziere, autrice di vari libri, tra cui No miedo: En la empresa y en la vida.

    Con cariño, Aga Umpiérrez

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